Dopo l’ennesimo arresto di un pescatore del villaggio di Kizingitini, ad est di Lamu, è scoppiata la polemica. Nell’arcipelago del Kenya si ribellano alle direttive ambientaliste e animaliste del Governo che vietano la caccia delle tartarughe marine, dichiarandole “specie protetta” per via del loro rischio d’estinzione.
Ma gli abitanti di Lamu non ci stanno. Sono abituati da secoli a consumare la carne, il grasso e il brodo di tartaruga e hanno anche validi (secondo loro) motivazioni da mettere in gioco.
“La carne grassa della tartaruga da forza, cura l’asma e le malattie dei bambini e soprattutto la vita sessuale di coppia – spiegano i pescatori di Kizingitini, che vivono con il commercio del prezioso rettile – il grasso della tartaruga è il miglior afrodisiaco che si possa trovare in natura”.
“Sono parole già udite dalle popolazioni che vivono nella savana per giustificare la caccia al corno di rinoceronte – spiegano le autorità della Contea di Lamu – la tartaruga marina è in via d’estinzione e come tale dobbiamo proteggerla, per l’ecosistema”.
Altre battaglie comunque attenderanno gli ambientalisti dell’arcipelago e coinvolgeranno le istituzioni: la futura costruzione del porto di Lamu potrebbe spazzare via tutti i buoni propositi e vedere comunque tartarughe marine ed altre specie rare di fauna marina, emigrare altrove.